Ducati DesertX, imbattibile in fuoristrada: la prova

Quando si pensa a Ducati, la mente porta automaticamente ai modelli sportivi che hanno fatto la storia delle derivate di serie come la 916, la 999 o la recente Panigale V4 campione del mondo Superbike, piuttosto che a modelli iconici come il Monster o lo Scrambler. Eppure, a Borgo Panigale non è solo una questione di velocità, ma sfruttando l’esperienza tecnica e attingendo un al bagaglio storico del marchio, nel 2021 è nata DESERTX. L’abbiamo provata nella colorazione RR22 ispirata all’Audi RS Q e-tron Dakar 2023 e ci siamo resi conto di quanto sia una vera off-road in grado di stupire per le sue prestazioni in ogni situazione.

Il motore

Ad equipaggiare la DesertX è l’ultima generazione del bicilindrico Testastretta 11° desmo da 937 cc che rispetto alla precedente versione, ha vissuto una cura dimagrante quantificabile in 1,7 kg in meno ed è stato dotato delle giusta rapportatura per il fuoristrada.

In sella: le prime sensazioni

Salendo sulla DesertX si comprende subito di essere su una vera fuoristrada. La sensazione è però di grande comodità. Anche se a prima vista sembra molto meno accessoriata della media, in realtà ha tutto, e i comandi sono ben posizionati e raggiungibili. Il serbatoio è ampio e con più di ventuno litri di capacità, si possono percorrere chilometri fino a stancarsi. Data l’altezza, il tappo decentrato sulla destra è comodo per far rifornimento alla pompa di benzina. Manubrio alto, paramani, specchietti retrovisori ad alta visibilità e un cupolino sagomato per una protezione adeguata. Ducati non sbaglia nei dettagli e i comandi idraulici Brembo sono più che una certezza.

La sella è rigida, ma la posizione risulta molto comoda e il telaietto sfila dietro, sfuggente. Il suo carattere rallistico è sottolineato non solo dal paracolpi sul motore, ma anche dall’essenzialità e da un minimalismo funzionale. Le sospensioni Kayaba sono studiate per rendere la DesertX una grande off-road, ma che in strada sia sempre una Ducati come tutte le altre, reattiva, precisa, riconoscibile nel comportamento e nel piacere di guida. La forcella anteriore è a steli rovesciati da 46 mm con un’escursione da 230 mm, regolabile in compressione e precarico, mentre il mono ammortizzatore, sempre regolabile, usufruisce del bladder per separare l’olio e l’azoto in pressione, aiutando così la scorrevolezza della sospensione. La ruota anteriore da 21” e la posteriore da 18” sono la combinazione ideale per il fuoristrada perché permettono di affrontare qualsiasi tipo di ostacolo e grazie ai pneumatici Pirelli Scorpion Rally STR 90/90 ant. e 150/70 pos. risulta inarrestabile fuori, quanto efficace in strada.

Come va in strada

Appena ritirata presso la Ducati Motor Holding S.p.A. in via Cavalieri Ducati n. 3, mi sono reso subito conto di quanto sia agile nel traffico cittadino, un aspetto non da poco e che di contro potrebbe trarre in inganno sulle reali potenzialità off-road. In realtà è una moto molto bilanciata e con la mappatura “Urban”, la guidabilità è massima. Molto docile, il motore è sempre pieno, non ha “buchi” di erogazione e tenendo l’acceleratore in mano si ha una risposta dosata e utile a districarsi tra incroci e passaggi a livello. Uscendo da Bologna e imboccata la tangenziale ho scelto la mappatura “Touring” per raggiungere la ss 253 San Vitale. Ottima la progressione anche in questa modalità che risulta facile, più turistica e con un maggior allungo che invoglia a aprire il gas in rettilineo. Va via dolcemente, ma la sostanza “da basso” si percepisce in ogni marcia.

Il bicilindrico sembra ancora più pulito e preciso che nella prima configurazione. Abbandonata la città, ho deciso di provare anche la mappa “Sport” e ho riconosciuto all’istante il dna Ducati delle moto più sportive. Sempre più generoso, il motore canta che è una meraviglia e ci si sente in sella ad una moto veloce quanto intuitiva, si guida come un centoventicinque e ogni curva la si assapora in tutta la sua geometria. La DesertX va via fluida e pennellosa ed è un attimo alzare la ruota anteriore fuori da un tornante. Agendo sulle mappature, la rigidità delle sospensioni regolabili, asseconda il motore che ottimizza a terra la potenza. Per tutto il periodo non ho mai incontrato la pioggia e non ho potuto testare la configurazione “Wet”, ma c’è, a completare le opzioni di guida.

Come va in off-road

Come già anticipato, il fuoristrada è il suo terreno ideale. Pensata per un utilizzo intensivo, trasmette immediatamente la voglia di infilarsi in sentier strade bianche. All’utilizzo off-road sono dedicate due mappature che trasformano la moto da tuttofare a vera mangiatrice di terra. La configurazione “Enduro” mantiene l’abs e fornisce un’erogazione abbastanza dolce che un esperto dei fondi sterrati può gestire abilmente. Con questa mappa la DesertX risulta potente, molto bella da guidare e i cavalli sono trasmessi in modo lineare, senza strappi e sempre con molta sostanza. Ho percorso una decina di chilometri di sterrato scarsamente battuto, con buche, sassi, terra dura e smottata e su tutti i fondi è risultata leggera e mai in difficoltà, facendomi mantenere un’andatura sostenuta, costante e un ottimo controllo anche di traverso. La seconda configurazione dedicata è la Rally, con cui si sale al livello off-road più puro. Grazie a questo programma la DesertX diventa definitivamente la moto da fuoristrada che promette di essere. Un mezzo per tutti, che entusiasma esperti e non, accattivando chiunque ci salga sopra per la prima volta. L’erogazione è ancor più corposa, ma rimane gestibile nonostante i controlli al minimo e si ha la conferma di quanto sia una moto già pronta per l’enduro più insidioso. Di queste due gestioni ho apprezzato molto la sensazione di essere su un vero mezzo da rally-raid, capace di emozionare in un nulla e che divora ogni percorso come poche altre dello stesso segmento e cilindrata.

Fonte: Alex RicciDucati Desert X

In generale

Potendo contare su diverse mappature, il bello è anche adattare la DesertX alla situazione, come m’è capitato in un’uscita domenicale. Avvalendomi del contributo dell’immancabile Claudia, passeggera al seguito delle migliori uscite, siamo arrivati sulla via Emilia nei pressi di Gambettola, lasciandoci alle spalle il traffico estivo tra Ravenna e Rimini. Da quel punto abbiamo preso la strada che sale da Longiano e s’inerpica verso la parte centrale della Romagna. La mappatura Sport, quella che ho utilizzato maggiormente nei giorni di prova, si è rivelata la più idonea a salire lungo le strette strade che dalla “piana” giungono fino a Sogliano al Rubicone. La strada che porta al piccolo comune dell’Appennino è composta da diciotto tornanti veri e propri, numerati e dalla pendenza che varia tra il 7 e l’8% con punte anche del 10%, per un totale di quattro chilometri e quattrocento metri. Una prova tostissima che la Ducati ha superato con grande spunto nonostante le due persone sopra.

Personalmente non avevo dubbi, ma le salite più ripide sono sempre una termometro importante per le moto di produzione. Per ogni su, c’è sempre un giù e lasciando Sogliano alla ricerca di un ristorante dove cenare, il freno motore non è stato invasivo e abbiamo disceso le diciotto curve con precisione e agilità. Rientrando dopo cena, con solo la luna come illuminazione, le ottiche della DesertX hanno fatto la differenza. I proiettori anteriori infatti garantiscono la massima forza luminosa agendo in profondità anche in situazioni di scarsa visibilità. Il fascio luminoso è così efficace che incontrando un altro veicolo si ha l’impressione di accecarlo, ma non è così. I fanali non infastidiscono gli altri utenti della strada. Tornati in pianura le strade semideserte di una sera d’estate hanno incorniciato alla perfezione il nostro rientro alla base, fluido e agevole attraverso la campagna fra Cesena e Ravenna.

Conclusioni

E’ una vera off-road, l’abbiamo detto per tutto l’articolo, ma alla fine della prova si è rivelata una moto dal potenziale inesauribile. Chi la compra ha sicuramente una certa stima del fuoristrada e cerca dettagli che trova su questa moto. Chi la prova se ne innamora come me, perché è il concentrato di un retaggio del passato che si rifà alla storica Elefant, dell’esperienza Ducati e della grande qualità con cui produce motociclette moderne e di alte prestazioni. Nel viaggio di riconsegna la mia mente si è imbattuta in un misto di immagini e ricordi dei giorni di prova come se l’avessi guidata da sempre girando in lungo e in largo nelle più remote savane o deserti africani e mi sono reso conto di quale incredibile suggestione crei questa meraviglia chiamata DesertX. Perché una moto è solo una moto finché non la guidi.

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